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Controversi metodi di cura e conseguente decesso di ca. 500 persone. Marian una delle vittime dei protocolli testimonia.

Intervista a Marian del 6 marzo 2025✝️
Solo poche settimane dopo quest'intervista, a causa della salute ormai così compromessa, Marian decede a seguito di un attacco di polmonite. Tanto più è di imminente importanza per i posteri che Kla.TV sia riuscita a registrare a tempo questa sua testimonianza.


Testimonianza sui protocolli di morte per il trattamento Covid

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L'intervista a Marian, un rumeno che ha vissuto un'esperienza traumatica in ospedale durante la pandemia COVID-19, offre uno sguardo profondo sulla realtà di quei giorni e si delinea come un racconto toccante e inquietante degli eventi vissuti.

Qui a seguito ascolterete un rapporto dell'intervista con brevi spezzoni con audio originale.

* L'intervista completa in inglese la potete trovare su www.kla.tv/37941 *


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[Intervistatore:] „Ho il piacere di essere qui con Marian dalla Romania“

[Narratore:]
All'inizio di novembre 2020, dopo aver avuto un lieve raffreddore, il medico di famiglia gli consiglia di effettuare un tampone per il COVID, il quale risulta positivo. A seguito di questo, un'ambulanza lo preleva da casa per condurlo in ospedale, dato che i pazienti COVID non potevano uscire di casa e dovevano essere isolati dalle altre persone.
 
[Marian]
„Per venire a prelevarmi e portarmi in ospedale, perché alle persone con il COVID non era permesso uscire di casa o andare in giro per strada.“

 

[Narratore:] Questo segna l'inizio di un'esperienza che ha cambiato la sua vita.

[Marian]: „E arrivato all'ospedale, mi hanno messo in una specie di container...“

[Narratore:]
Una volta arrivato in ospedale, Marian viene collocato in una sorta di container in attesa di essere visitato. Per ore ha dovuto affrontare situazioni estenuanti: senza cibo, acqua o accesso ai servizi igienici. Dopo un'attesa estenuante, sono stati eseguiti esami del sangue e altre analisi, ma Marian non ha ricevuto alcun rapporto valido del loro esito.A detta di un medico era gravissimo, mentre l'altro gli comunicava condizioni di salute molto buone. Senza neanche essere visitato, gli comunicano la sua fortuna di “aver vinto” un posto letto in ospedale.

[Marian:] "sei il fortunato vincitore di un posto letto in ospedale"

[Narratore:]
All'inizio del ricovero ospedaliero, Marian afferma di sentirsi relativamente bene e di non aver presentato alcun sintomo grave, ma i medici insistevano che doveva restare in ospedale per un minimo di tre giorni. Periodo in cui Marian viene costretto a prendere circa dieci diversi farmaci al giorno, di cui non conosceva i nomi e gli effetti collaterali. La sua preoccupazione cresceva, sentendosi come un prigioniero dei protocolli sanitari che gli venivano imposti, e inizialmente rifiutò di assumere alcuni farmaci e chiedendo di sapere esattamente cosa stesse assumendo, ma senza ottenere risposte chiare. Si sentiva come se tutti questi medicinali stessero avvelenando il suo corpo.

[Marian]: „Sembrava un veleno. Avevo la sensazione di essere avvelenato.“

[Narratore:]
La situazione nell'ospedale si rivelava sempre più allarmante. Marian ha assistito alla morte di altri pazienti, incluso un uomo che, in un momento di disperazione, chiese acqua. Marian tentò di aiutarlo, ma nonostante le sue ripetute chiamate per assistenza, nessuno si presentò e l'uomo morì dopo ore di agonia, un evento che ha lasciato Marian profondamente traumatizzato.

[Marian]: „Ho chiamato e chiamato. Non è venuto nessuno. Ho continuato a chiamare in vano.“

[Narratore:]
Uno dei momenti più drammatici della sua esperienza si è verificato quando Marian, dopo aver sviluppato una febbre altissima, viene dichiarato "morto", ...

[Marian]: „Mi è venuta la febbre ......non accadde nulla e poi dissero "oh questo tizio è morto"e prepararono il sacco nero per me, per portarmi nell'area defunti. [...] Quel giorno sono stato inserito sulla lista dei deceduti. Sono stato dichiarato morto. „

[Narratore:] ... quindi viene collocato in un'area riservata ai cadaveri dell'ospedale, dove uno degli infermieri ha poi notato che qualcosa non andava e ha chiesto di trasferirlo.

Grazie all'intervento di un medico, che ha riconosciuto le sue condizioni (in vita), Marian viene trasportato per vie esterne all'edificio ospedaliero, legato su una lettiga a rotelle, nel reparto di terapia intensiva.

Una volta raggiunto questo reparto, in realtà, Marian si riprende molto velocemente, dato che il trasporto all'aria aperta, con temperature esterne assai rigide e ricoperto da stracci bagnati ha influenzato positivamente un rapido abbassamento della febbre. Ciononostante Marian è stato costretto ad affrontare nuovamente gravi problemi causati dalle procedure invasive cui era stato sottoposto. Anche i legacci a mani e piedi, usati per il trasporto, non gli sono stati tolti ..anzi racconta di aver vissuto in condizioni disperate, con un trattamento che sembrava più pericoloso che benefico.

Le medicine e i protocolli utilizzati hanno portato a gravi conseguenze ...

[Marian]
„E questo protocollo prevede la somministrazione di alcuni farmaci e alcune, non so, sostanze.
Perché, dopo 30 minuti, ero svenuto. Ero svenuto... Non lo so.
E mi sono svegliato dopo tre giorni. Non so nemmeno con esattezza se fossero tre giorni.
Ma quando ho provato a muovermi, ho scoperto che questa mano era tutta nera. E anche le gambe. Perché ero legato saldamente al letto.“

[Narratore:]
Inoltre a causa della somministrazione di farmaci e insulina, Marian ha sviluppato il diabete e subito effetti collaterali debilitanti. È tornato a casa con una serie di problemi di salute che lo hanno inesorabilmente perseguitano fino al suo decesso.

[Marian] „Il personale medico dice che il protocollo è necessario e bisogna applicarlo, e questa la ragione per cui le persone muoiono credo, non so esattamente cosa è successo. Ma ho visto molte persone arrivare, sembravano stare bene. E dopo il protocollo, sembravano stare male e si sentivano male. E alcuni... la maggior parte delle persone... sono morti tutti, in realtà.“

[Narratore:] I trattamenti di tali protocolli rasentavano il disumano

[Marian] „Quando avevo la maschera dell'ossigeno, la saturazione di ossigeno nel sangue era inferiore rispetto a quando non la indossavo. E quando veniva applicata una maschera a pieno facciale, tutte le persone si dimenavamo (per liberarsene) ed è per questo che sono stati legati al letto, sì.“

 

[Intervistatore:] „Sono stati semplicemente legati?“

[Marian:] „Legati, sì. Tutti sono stati legati.“

 

[Narratore:] Marian riuscì dapprima a sopravvivere "scappando" dall'ospedale.

[Marian:] „C'erano due tipi di medici: quelli cattivi e quelli buoni. Uno di quelli bravi mi ha dato i documenti per lasciare l'ospedale. [...] E sono riuscito a scappare... a fuggire, proprio a fuggire. Sono uscito dall'ospedale sanguinante e con la febbre alta. Ma quando sono arrivato a casa, mi ci è voluto circa un mese per riprendermi, con gli antibiotici...“

 

[Intervistatore:] „Un mese.“

 

[Marian:] “Sì, solo per riprendermi dall'ospedale...“

[Intervistatore:] „Quanti anni avevi quando è successo?“
[Marian:] „49.“

[Narratore:]

Durante la sua testimonianza, Marian sottolinea l'alto numero di decessi avvenuti nell'ospedale in cui è stato ricoverato, con circa 500 morti in breve lasso di tempo.
Molti pazienti, alcuni dei quali giovani e in buona salute, non sono sopravvissuti alle cure mediche inadatte e ai protocolli scriteriati.


[Intervistatore:] „Quanti anni avevano i pazienti che erano lì?“

[Marian:] „Alcuni avevano 30 anni, altri 70, ma c'erano pochissimi anziani. Molti avevano circa 40 o 50 anni, più o meno.“

[Intervistatore:] „Quindi, lei dice che in questa stazione COVID è stato uno dei pochi a sopravvivere.“

 

[Marian:] „Sì, in quel periodo sono morte 500 persone. Sono morte 500 persone, o per essere precisi, 497 persone, e solo tre sono scampate al Reparto di Anestesia e Terapia Intensiva.“

 

[Narratore:] Nonostante tutte le difficoltà ...

[Intervistatore:] „Giusto... Sembra proprio così, vero? Sembra che ci sia una sorta di potente controllo che non vuole che noi sentiamo queste cose.“


[Marian:] „Sì, sì. I medici hanno paura. La gente ha paura.“

 

[Narratore:] ... Marian ha sentito la necessità di condividere la sua storia, facendosi portavoce di tutti quelli che non potevano più raccontare la loro storia. Aveva cercato di avvisare gli altri mettendoli in guardia riguardo alla situazione che aveva vissuto e facendo luce sulle ingiustizie subite.
Purtroppo però ha trovato poca comprensione e supporto, e la sua testimonianza è stata accolta con scetticismo, perdendo anche due posti di lavoro a causa delle sue dichiarazioni.

Persino amici e familiari, non riuscivano a credere che le esperienze vissute da Marian potessero essere vere.

[Marian] I miei parenti o amici dicono: "Oh, stai scherzando". Perché quando cerco di parlarne seriamente, inizio a piangere. Vedo (ancora) i morti davanti ai miei occhi... Al mattino, tutti i morti nel corridoio, nei sacchi neri... Anche adesso lo vedo davanti ai miei occhi... È davvero successo! Molte persone sono morte. Non potevo fare nulla... solo stare a guardare. È molto angosciante, straziante! Purtroppo. È molto, molto raccapricciante che non potessi aiutarli. Non so. Non posso fare nulla per aiutare...E non uno solo, non solo uno. Sono morte molte persone. Ed è proprio questo il motivo per cui sono venuto qui, nonostante le conseguenze che potrebbero esserci. Perché so che potrei dover ricominciare un altro lavoro o qualcosa del genere. Ma il problema più grande è la mia famiglia. Sono sicuro che anche loro ne risentiranno. Ma le persone che sono morte, i morti meritano di... „

[Intervistatore:] „... avere una voce.“

[Marian:] „Esatto. Per conoscere la verità. Perché la verità venga detta. Perché io ero lì e forse sono l'ultimo che è ancora vivo e sa cosa è successo. L'unico che può venire qui a dire qualcosa. Nessun altro può farlo. Perché loro sono morti...“


[Narratore:] La storia di Marian, che è stato una voce per migliaia di persone profondamente segnate da quegli eventi, rappresenta un viaggio personale attraverso il dolore e la sofferenza, il quale denuncia le pratiche mediche inadeguate durante la pandemia, ed è un appello morale verso una maggiore consapevolezza e responsabilità.

Secondo Marian, la verità deve essere raccontata per promuovere una riflessione critica sulle pratiche sanitarie.


Quindi inoltra anche tu questa intervista ai tuoi conoscenti!

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