Playmostore negozio Playmobil Ticino

21a AZK – Dott. Avv. Michael Brunner: la dignità umana è il metro di misura del diritto, tutto il resto è ingiustizia!

L’audio (e il sottostante testo scritto) di questo video è la traduzione simultanea di un discorso tenuto ad una conferenza dell'AZK, ovvero della Coalizione Anti-Censura, in Svizzera. Essendo la traduzione simultanea un’opera estemporanea, purtroppo non possiamo garantire la completezza e la correttezza del discorso tradotto, nonostante i nostri grandi sforzi in tal senso.

 

Per ulteriori informazioni sulla conferenza dell'AZK e riferimenti legali si vedano le indicazioni riportate al termine del presente video

 


[Ivo Sasek]
Dopo la preziosa relazione del dottor Broudy dal Giappone, passiamo ora a un relatore di alto livello proveniente dall'Austria. È dottore in giurisprudenza e si occupa del problema centrale di come affrontare o procedere in caso di norme giuridiche ingiuste, ovvero illegali, e delle loro conseguenze. Ma sapete, per i cittadini comuni come me o come noi, non può esistere qualcosa come una norma giuridica ingiusta. Per noi sarebbe come un Babbo Natale cattivo. E quindi non ci viene nemmeno in mente che un'ingiustizia del genere possa ferire la nostra dignità e la nostra personalità. Ma questo è proprio un errore generale! E contro questo pericoloso errore, il dott. jur. (Avv.) Michael Brunner espone le sue sei tesi e mostra delle vie d'uscita da questo dilemma troppo spesso ignorato.
Ma prima di dargli il benvenuto qui allo stadio, ecco a voi la sua breve biografia. br]

 


[Biografia]
Il Dr. Michael Brunner ha conseguito il dottorato in giurisprudenza nel 1990 e successivamente ha lavorato per 31 anni come avvocato indipendente a Vienna.
Da marzo 2020, attivo come critico delle misure contro il corona-virus, presenta ricorsi dinanzi la Corte Costituzionale contro le misure anti-Covid, interviene a manifestazioni, pubblica video, ecc.

 

E ora una panoramica della sua carriera politica:
• Ottobre 2020: Fondazione di Rechtsanwälte für Grundrechte – Anwälte für Aufklärung“ → “Avvocati per i diritti fondamentali - Avvocati per l'informazione libera” a Vienna
• Febbraio 2021: Fondazione del partito politico “MFG - (Menschen Freiheit Grundrechte)”. = Persone Libertà Diritti fondamentali
• Dall'autunno 2021: il suo partito entra nel Parlamento dell'Alta Austria, Successi elettorali nelle elezioni comunali in Alta Austria, Bassa Austria e Tirolo.
• Autunno 2022: candidato dell'MFG alle elezioni presidenziali federali dell'autunno. Si posiziona come oppositore dell'establishment politico.
• Luglio 2023: membro fondatore dell'“International Attorneys of Law” [IAL], un'associazione internazionale che si occupa di legislazione in tutto il mondo
• Novembre 2023: pensionamento come avvocato attivo
• Da dicembre 2023, varie attività di docenza e prosecuzione delle attività legali in qualità di consulente, ecc.

Il Dott. Brunner tratterà oggi il tema:
“La dignità umana è il metro di misura del diritto - tutto il resto è ingiustizia”.


[Dr. Brunner:] Vorrei porgere un caloroso benvenuto a tutti voi e vorrei ringraziarvi in particolare per avermi permesso qui oggi di dare il mio contributo su questo tema molto importante, sulla qualificazione giuridica delle leggi ingiuste e delle loro conseguenze.

 

"La dignità umana è il metro di misura del diritto. La dignità umana deve essere il metro di misura del diritto, altrimenti è ingiustizia"


• Diritto e giustizia non sono sinonimi.
• Il diritto non è necessariamente giustizia. La giustizia non deve necessariamente essere diritto.
• Ma il diritto senza giustizia è ingiustizia.
• La giustizia è sempre giustizia.

Che cos'è la giustizia in senso giuridico?
La giustizia è una valutazione delle conoscenze. Per trattare equamente ciò che è equo, e inegualmente l'ineguaglianza. O di agire in modo tale che le azioni della vostra massima [principio guida] possano essere elevate a legge del mondo, come dice Immanuel Kant. O semplicemente un ordine di pace, perché non ci può essere pace senza giustizia, né pace senza equilibrio di interessi.

 

Se il diritto fosse giustizia e non ci fossero leggi ingiuste, allora il mio saggio, la mia presentazione, sarebbe in linea di massima già conclusa. Ma la realtà ci insegna qualcosa di diverso. Ci insegna che l'ideale di giustizia non è stato realizzato. Né in ambito giuridico né in ambito politico.
• Le leggi illegali e ingiuste vengono approvate dal potere legislativo,
• applicate dall'esecutivo e
• fatte rispettare dal potere giudiziario.
• Tutti sono soggetti all'obbligo di osservanza. I cittadini sono obbligati a rispettare anche le leggi ingiuste.

 

La questione centrale della quale mi sto occupando da diversi mesi - qui posso riportare solo una parte del mio lavoro - è la qualificazione giuridica delle norme giuridiche ingiuste e delle loro conseguenze.

 

Per me, il punto di partenza per determinare se il diritto è giusto o ingiusto è la dignità umana. È il principio giuridico supremo nel diritto naturale e nel diritto positivo. [diritto positivo = diritto "creato" dall'uomo, termine opposto: diritto naturale = diritto che viene solo "scoperto" dall'uomo]. È la norma fondamentale degli ordinamenti giuridici civili, sancita sia dalla legge ordinaria che dalla legge costituzionale.
In un sistema democratico basato sullo Stato di diritto, tutto il diritto proviene dal popolo. Libertà e uguaglianza sono i pilastri della democrazia. Quando il popolo delega il proprio potere ai partiti politici affinché lo rappresentino, il popolo rimane comunque il sovrano, al quale i rappresentanti devono rendere conto. Anche se nella pratica della democrazia rappresentativa il potere dei partiti politici si estende sempre più a tutte le forme sociali e alle strutture civili, la democrazia esiste solo se corrisponde alla volontà del popolo.

 

Il diritto contro il popolo o le leggi contro il diritto non sono mai giusti e non sono sostenuti dalla volontà popolare. Il popolo, il sovrano, non ha delegato il diritto ai rappresentanti affinché questi facciano il diritto per se stessi o contro il popolo. Chiunque, in qualità di rappresentante, violi il diritto e la giustizia, deve risponderne e deve essere ritenuto responsabile!

 

La prassi in Austria e anche in altri Stati, secondo la Corte costituzionale austriaca e anche secondo la legislazione austriaca, secondo cui anche le leggi incostituzionali devono essere applicate fino alla loro abrogazione – e poi, se del caso, entro un termine di riparazione fino a 18 mesi – significa che l'ingiustizia diventa legale, cosa che respingo con decisione.

 

Quando la separazione dei poteri non funziona più, quando i governi possono di fatto legiferare autonomamente grazie alla maggioranza parlamentare, non sono più soggetti al controllo del parlamento, quando i governi assegnano cariche amministrative e giudiziarie in base a criteri politici, quando le organizzazioni e le istituzioni vicine allo Stato diventano oligarchiche [seguono un modello di “oligarchia” (= forma di governo in cui un piccolo gruppo esercita il potere politico)], quando la libertà di espressione, la libertà di ricerca scientifica e la libertà di stampa vengono censurate, quando chi la pensa diversamente viene diffamato, deriso e persino perseguitato, quando la pluralità dei media viene distrutta, allora siamo ben lontani da qualsiasi Stato di diritto.

 

Al più tardi con la pubblicazione dei file dell'Istituto Robert Koch, è diventato chiaro anche all'opinione pubblica mainstream che non c'è mai stata una base scientifica [una base creata dall'osservazione/dai fatti] per tutte le misure Covid. È stata amplificata a livello politico [attraverso determinate tecniche che hanno aumentato o “adattato” i valori].
La crisi del coronavirus dal 2020 al 2023 è stata il più grande scandalo giuridico e medico a livello mondiale dal 1945!

 

Per privare di efficacia tali decisioni politiche in futuro, è necessario negare fin dall'inizio la validità giuridica di qualsiasi ingiustizia! Chiunque vi prenda comunque parte deve essere ritenuto responsabile!

 

La dignità dell'essere umano – cito qui Tommaso d'Aquino: «Ogni legge che eleva la personalità umana è giusta. Ogni legge che umilia la personalità umana è ingiusta».

 

Il § 16 del Codice civile austriaco, in quanto norma fondamentale del diritto fondamentale della personalità, statuisce [decretare, deliberare, sancire, stabilire]: Ogni essere umano ha diritti innati, evidenti già dalla ragione, e deve quindi essere considerato come una persona. In questo modo, il diritto fondamentale della personalità viene postulato [dichiarato vero, dato] come principio giuridico, norma fondamentale degli ordinamenti giuridici civili.

 

I diritti sono innati per gli esseri umani. Ciò significa che non vengono acquisiti o concessi, sicuramente non dai governi o dai loro rappresentanti. Non devono essere prima concessi o acquisiti. Sono intrinseci all'umanità, all'essere umano. Così recita anche l’articolo 1 della Costituzione tedesca: La dignità umana è inviolabile. Rispettarli e proteggerli è un dovere di tutti gli organi dello Stato.

 

I diritti fondamentali seguenti vincolano la legislazione, il potere esecutivo e la giurisprudenza come diritto direttamente applicabile. E vorrei aggiungere che vincolano anche i media.

 

A integrazione dell'articolo 1 della legge fondamentale, l'articolo 79 sancisce la garanzia perpetua. Questi diritti fondamentali, l'inviolabilità della dignità umana, non possono essere modificati nemmeno con una modifica della Costituzione. Essa è eterna. La dignità umana è un principio etico fondamentale senza tempo e sta al di sopra di ogni forma di governo, poiché ogni vita umana ha lo stesso valore e ha diritto a un'esistenza libera. “L'uomo come fine a se stesso non può mai essere un mezzo per un fine”, affermava Immanuel Kant.

 

Secondo la giurisprudenza costante della Corte costituzionale federale tedesca, la dignità umana rappresenta il valore supremo della legge fondamentale e del principio costituzionale dell'ordinamento giuridico tedesco.

 

La dignità umana è il valore costituzionale supremo e non è negoziabile. Nello stesso senso, anche l'articolo 7 della Costituzione federale della Confederazione Svizzera stabilisce che la dignità umana deve essere rispettata e protetta.

 

Dichiarazione universale dei diritti umani del 10 dicembre 1948: Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti, sono dotati di ragione e coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.

 

Già nella Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti, pubblicata il 4 luglio 1776, si proclama: Tutti gli esseri umani sono creati allo stesso modo. Tutti gli esseri umani hanno determinati diritti inalienabili, tra cui la vita, la libertà e la ricerca della felicità.

 

Il rispetto incondizionato, inderogabile e illimitato della dignità umana è il fondamento dello Stato di diritto e della democrazia, che non può essere negoziato. Essi costituiscono la linea rossa assoluta che non può mai essere superata.

 

Chi viola la dignità umana viola lo Stato di diritto democratico, l'uguaglianza giuridica, senza la quale non può esserci giustizia, né diritto, né Stato che non diventerebbe una banda di briganti. Agostino d'Ippona: “Togliete il diritto e che cos'è uno Stato se non una grande banda di briganti?”

 

Partendo dal principio fondamentale della norma fondamentale materiale, come lo definisco io in qualità di giurista – la dignità umana – giungo a una serie di sei tesi.

 

Ma prima ancora, brevemente la dichiarazione di Martin Luther King. "Sarei il primo a difendere il rispetto delle leggi giuste. Non solo abbiamo la responsabilità giuridica, ma anche quella morale di rispettare leggi giuste. Viceversa, l'uomo ha la responsabilità morale di disattendere leggi ingiuste. Concordo con Sant'Agostino quando afferma che una legge ingiusta non è una legge." Lex iniusta non est lex, recita la massima latina più importante.

 

E ora passiamo alle sei tesi:

 

1a tesi: la norma fondamentale dell'ordinamento giuridico, da cui deriva tutto il diritto, è la dignità dell'uomo come diritto fondamentale della personalità. Non si tratta né di un'ipotesi né di una finzione.

 

2a tesi: il diritto supremo è la dignità dell'uomo come diritto originario della personalità. Si tratta dei suoi diritti innati, dei diritti fondamentali e delle libertà. Essi costituiscono i principi costitutivi dell'ordinamento giuridico.

 

3a tesi: le norme giuridiche che violano la dignità dell'uomo e i suoi diritti innati sono assolutamente nulle. Non hanno alcuna validità normativa.
Con ciò sostengo una posizione della dottrina dominante, la cosiddetta dottrina della nullità [secondo cui le norme giuridiche che violano il diritto superiore sono irrimediabilmente nulle], di cui parlerò più avanti.

 

4a tesi: le norme giuridiche che violano i diritti fondamentali e le libertà dell'uomo sono assolutamente nulle. Esse non hanno alcuna validità normativa.

 

5a tesi: le norme giuridiche che violano norme giuridiche di rango superiore sono assolutamente nulle. Esse non hanno alcuna validità normativa.

 

6a tesi: il diritto di rango superiore prevale sul diritto di rango inferiore con effetto di nullità assoluta di quest'ultimo. Il diritto di rango inferiore non può prevalere sul diritto di rango superiore.

 

Queste tesi, che fondano sulla dignità dell'essere umano, possono essere giustificate sia dal punto di vista giuridico-positivo, sulla base della situazione giuridica vigente, sia dal punto di vista filosofico-giuridico.

 

Uno dei più significativi giuristi del XX secolo è stato Gustav Radbruch. Era un politico del partito socialdemocratico tedesco (SPD) e due volte ministro della Giustizia nella Repubblica di Weimar. Visse dal 1878 al 1949.

 

“Sul potere potrebbe fondare una necessità, magari l'obbedienza, ma mai un obbligo di obbedienza.” Egli traccia una linea di demarcazione tra il diritto ingiusto, che forse non è opportuno, che potrebbe essere strutturato in modo diverso o che è semplicemente errato. Da diritto semplicemente errato si passa al diritto ingiusto, che ha raggiunto un certo grado di ingiustizia. Egli motiva questa sua affermazione, che sfocia infine nella famosa formula di Radbruch. Cito:

 

"Il conflitto tra giustizia e certezza del diritto dovrebbe essere risolto nel senso che il diritto positivo, garantito da statuti e dal potere, prevalga anche quando è ingiusto e inappropriato nel suo contenuto. A meno che la contraddizione tra il diritto positivo e la giustizia raggiunga un livello tale da rendere la legge ingiusta e quindi in contrasto con la giustizia. È impossibile tracciare una linea più netta tra i casi di ingiustizia legale e le leggi che, nonostante il loro contenuto ingiusto, continuano ad essere valide".

 

Un'altra delimitazione, scrive, può invece essere tracciata con estrema precisione. Ed ecco la frase chiave: "Laddove non si persegue nemmeno la giustizia, laddove l'uguaglianza, che costituisce il nucleo della giustizia, è stata consapevolmente negata nella definizione del diritto positivo, la legge non è solo un diritto ingiusto, ma è del tutto priva di natura giuridica. Infatti, il diritto, anche quello positivo, non può essere definito diversamente da un ordine e da uno statuto che, per sua natura, è destinato a servire la giustizia". Il diritto deve servire la giustizia, altrimenti è ingiustizia.

 

E continua: "Laddove quindi non si persegue nemmeno la giustizia, le disposizioni così create possono essere solo atti di potere, mai norme giuridiche. Pertanto, la legge che nega i diritti umani a determinate persone non è una norma giuridica".

 

La formula di Radbruch è poi entrata nella giurisprudenza della Corte costituzionale federale nei cosiddetti processi dei tiratori del muro dopo il crollo della Germania dell'Est. (DDR) Anche una legge o un ordine che imponeva a un tiratore del muro di sparare se qualcuno voleva lasciare la DDR è ingiusta e punibile.

 

E qui arriviamo subito alla disposizione fondamentale successiva, l'articolo 7 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo: Nessuna pena senza legge:

 

Il paragrafo 1 stabilisce che ogni pena deve essere prevista dalla legge. Non può essere inflitta una pena più severa di quella prevista al momento della commissione del reato. Esiste tuttavia un'eccezione fondamentale, prevista dal paragrafo 2:

 

Il presente articolo non può impedire la condanna o la punizione di una persona colpevole di un'azione o di un'omissione che, al momento in cui è stata commessa, era punibile secondo i principi di diritto generalmente riconosciuti dagli Stati civili.

 

Anche la Corte penale internazionale, nell'articolo 38 dello Statuto della Corte, applica i principi generali del diritto riconosciuti dagli Stati civili. I principi generali del diritto, che sono superiori al diritto, sono stati recepiti nel diritto positivo e sono quindi giuridicamente vincolanti.

 

Lo stesso vale per l'Unione Europea: I principi generali del diritto sono parte integrante del diritto primario dell'Unione Europea. Per tali principi si intendono il rispetto dei diritti fondamentali, la parità di trattamento e la proporzionalità.

 

Per comprendere la gerarchia delle norme, vorrei illustrare brevemente la struttura a livelli dell'ordinamento giuridico.

 

La struttura gerarchica dell'ordinamento giuridico come gerarchia delle norme stabilisce che ogni norma di rango inferiore deve essere conforme alla norma di rango superiore. Deve essere generata dalla norma di grado superiore, altrimenti è illegale.

 

In Austria, la struttura gerarchica dell'ordinamento giuridico è regolata come segue: Tuttavia, ciò vale anche per altri ordinamenti giuridici, ovvero anche per gli Stati all'interno dell'Unione Europea.

 

1° livello: il livello più alto è costituito dai principi fondamentali della Costituzione federale. Questi sono i principi democratico, repubblicano, liberale, federalista e dello Stato di diritto.

 

2° livello: il diritto primario dell'Unione è costituito dai trattati dell'Unione. E, cosa molto importante, dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea come diritto primario e, a sua volta, dai principi generali del diritto.

 

3° livello: il diritto secondario dell'Unione europea, che comprende il diritto adottato dagli organi dell'UE, in particolare i regolamenti e le direttive.

 

4° livello: leggi costituzionali federali e leggi costituzionali del singolo Stato (federato).

 

5° livello: leggi federali e leggi regionali come leggi semplici, che devono essere conformi alle leggi costituzionali.

 

6° livello: ordinanze - sono disposizioni legali generali delle autorità amministrative che possono essere emanate solo sulla base di leggi.

 

7° livello: e poi decisioni individuali: sentenza, delibera e decisione.

 

Se una norma giuridica, come già detto, contraddice questa struttura a livelli del regolamento giuridico, allora essa è – secondo la mia comprensione giuridica e secondo la dottrina del dogma della nullità – assolutamente nulla. Ciò significa che non scatta alcun obbligo di conformità.

 

Qui arriviamo alla nullità: Lex iniusta non est lex.
La legge ingiusta non è una legge, come dice una massima latina. La costituzione giuridica del dogma di nullità, secondo cui la legge superiore deroga – ovvero abroga – la legge inferiore, che è assolutamente e irrimediabilmente nulla. In questo senso non è necessaria alcuna impugnazione separata. Si verifica un cosiddetto “effetto Eo ipso”.

 

Al contrario, la dottrina del calcolo dell'errore, comune in Austria e sancita anche dalla legge, prevede che nonostante l'illegittimità, tali norme rimangano in vigore e vincolanti fino a quando non vengono abrogate da un'istituzione statale competente. Ciò non è compatibile con una concezione democratica e costituzionale dello Stato di diritto e con la struttura logica e sistematica dell'ordinamento giuridico come struttura a livelli.

 

Nel diritto privato austriaco, invece, il paragrafo 879, comma 1, recita:
Un contratto che viola un divieto di legge o è contrario al buon costume è nullo.

 

Quindi, nel diritto privato non è necessaria alcuna impugnazione, ma nel diritto pubblico sì. E la Corte costituzionale austriaca ha persino la possibilità di lasciare in vigore questa legge illegale per un periodo massimo di 18 mesi (!). Ciò per me non è compatibile con i principi dello Stato di diritto, ma si basa solo sulla dottrina molto discutibile del calcolo dell'errore o su una certa certezza del diritto.

 

Il diritto stesso conferisce ai soggetti sottoposti alle norme il diritto all'autotutela.
Il più comune e noto è la legittima difesa: "Quando l'ingiustizia diventa giustizia, la resistenza diventa un dovere". Bertolt Brecht

 

Il § 3 del codice penale austriaco disciplina la legittima difesa: Non agisce in modo illegale chi si limita a ricorrere alla difesa necessaria per respingere un attacco illegale – importante: illegale – attuale o immediatamente minacciato alla propria vita, alla propria salute, all'integrità fisica, all'integrità sessuale e all'autodeterminazione, alla libertà o al patrimonio proprio o altrui.

 

I presupposti della legittima difesa, che devono sussistere cumulativamente, sono quindi la difesa necessaria, l'aggressione attuale o imminente, l'illegalità dell'aggressione e l'aggressione a beni che possono essere difesi.

 

Un attacco giustificato dal diritto sostanziale, ovvero dalla legge o da un regolamento, anche se perpetrato da uno Stato invasivo, non dà diritto alla legittima difesa, poiché l'attacco non è illegittimo. La norma è infatti valida anche se successivamente dovesse essere dichiarata illegittima dal tribunale.

 

Se però sostengo il punto di vista che io rappresento – dottrina del dogma della nullità, rispetto sistematico della struttura gerarchica dell'ordinamento giuridico – secondo cui tali norme sono assolutamente nulle, allora l'attacco di uno Stato aggressivo è illegittimo e quindi sarebbe perfettamente lecito un atto di legittima difesa.

 

Un altro diritto di autodifesa molto comune: lo stato di necessità. Vorrei introdurre questo argomento con una citazione molto appropriata, soprattutto per i nostri tempi, di Ludwig von Mises: "Non c'è minaccia più grande per la civiltà che un governo composto da persone incompetenti, corrotte o malvagie".

 

Lo stato di necessità giustificante nel diritto austriaco è disciplinato dal § 10 comma 1 del codice penale. È disciplinato in modo simile in altri ordinamenti giuridici.
“Chi commette un reato punibile per evitare un danno grave e imminente a se stesso o ad altri è scusabile se il danno derivante dal reato non è sproporzionatamente grave - occorre quindi effettuare una valutazione della proporzionalità - e se non ci si poteva aspettare un comportamento diverso da parte di una persona legata ai valori giuridicamente protetti”. – ovvero l'irragionevolezza di un comportamento diverso e la proporzionalità.

 

A ciò si aggiunge poi lo stato di necessità extra-legale. Esso stabilisce che l'atto di difesa dello stato di necessità non è illegale se il bene giuridico da salvare ha un valore superiore a quello danneggiato.

 

Vorrei fare riferimento alla giurisprudenza attuale, in particolare in Germania:

 

Il rilascio di certificati medici falsi da parte di medici nell'ambito delle certificazioni di esenzione dall'obbligo di mascherina Covid-19 e dei certificati di vaccinazione Covid-19 è da considerarsi, anche supponendo che tali leggi sul coronavirus non fossero illegali fin dall'inizio, un atto di necessità. A mio avviso, non solo sono giustificabili, ma anche legittimi. Questo perché la salute e la vita delle persone hanno un valore superiore al bene giuridico della affidabilità dei certificati medici.

 

Il compito primario di un medico è: Primum non nocere, prima di tutto non nuocere – secundum cavere, proteggere, essere prudente – tertium sanare, infine curare.

 

A mio avviso, quindi, non si deve presumere in primo luogo un atto di emergenza, ma l'assoluta nullità di tali norme ingiuste, che non possono acquisire validità normativa. Ritengo che i tribunali non possano più applicare tali norme a scapito dei medici accusati, tanto meno al giorno d'oggi.

 

All'inizio ho detto che chiunque agisca in modo illegale, applicando leggi illegali quando queste sono assolutamente nulle, deve essere ritenuto responsabile. Imputabilità: a chi è imputabile, chi è responsabile e in che misura?

 

A questo proposito, una citazione di Hannah Arendt: “Nessuno ha il diritto di usare l'obbedienza come pretesto per giustificare le proprie azioni. L'obbedienza non è una giustificazione per l'azione”.

 

Siamo autodeterminati, lo impone la dignità umana. Se una norma illegale nella gerarchia delle norme è assolutamente nulla, allora non fa parte dell'ordinamento giuridico. Pertanto, non deve essere rispettata e non può essere applicata né dall'amministrazione né dai tribunali. Se viene comunque applicata, ciò costituisce un'azione priva di base giuridica – e quindi, in primo luogo, una violazione del principio di legalità – ed è attribuibile al potere statale, i cui organi sono responsabili dell'azione.

 

Ciò giustifica però, a mio avviso, non solo la responsabilità dello Stato – che in ultima analisi siamo noi stessi –, ma anche la responsabilità degli organi che agiscono in base alla loro capacità di discernimento e alla loro colpa, in particolare per gli organi amministrativi superiori e supremi, in particolare per i governi e il potere legislativo.

 

Ciò che vale per il singolo cittadino in quanto destinatario delle norme deve valere a maggior ragione per lo Stato, i suoi poteri e i suoi governi e, in ultima analisi, anche per questi organi che agiscono. Nessuno può liberarsi dalla propria colpa e responsabilità per ignoranza delle leggi. L'ignoranza non protegge dalla legge. Ciò vale non solo per i cittadini, ma anche per tutti i funzionari pubblici, i giudici e tutti gli organi statali.

 

Per delimitare la responsabilità, faccio riferimento al § 9 del codice penale austriaco, il cosiddetto paragrafo sull'errore di diritto, comma 1: Chi non riconosce l'illecito di un atto a causa di un errore di diritto non agisce colpevolmente se l'errore non gli è imputabile.

 

Certamente non si potrà rimproverare agli organi semplici a livello distrettuale, o in molti casi non lo si potrà fare, se non interpretano i diritti fondamentali come farebbe un costituzionalista.

 

Comma 2: L'errore di diritto è imputabile quando l'illecito era facilmente riconoscibile per l'autore come per chiunque altro.

 

Se i bambini e gli studenti hanno dovuto indossare mascherine in classe per mesi a causa di misure anti-Covid non basate su prove scientifiche. Se questi bambini e studenti hanno dovuto indossare mascherine anche durante le lezioni di educazione fisica, cosa che è dannosa per la salute e diametralmente opposta al benessere dei bambini, allora per me l'ingiustizia è facilmente riconoscibile.

 

E la seconda frase: O se l'autore non ha preso conoscenza delle norme pertinenti, nonostante fosse tenuto a farlo in base alla sua professione, alla sua occupazione o alle circostanze.

 

Mi aspetto che ogni funzionario pubblico si informi sulle norme fondamentali pertinenti, in particolare quando si tratta dell'applicazione di leggi restrittive, e che prenda una decisione in merito, eventualmente sollevando obiezioni [se queste appaiono illegittime o discutibili].

 

Comma 3: Se l'errore è imputabile, se l'autore agisce intenzionalmente, si applica la pena prevista per il reato intenzionale, se agisce per negligenza, si applica la pena prevista per il reato colposo.

 

Lo Stato stesso non potrà in nessun caso invocare l'errore di diritto come motivo di esclusione della sua responsabilità. Questo perché le norme giuridiche che esso stesso ha creato sono e devono essere sufficientemente note. Si tratta piuttosto delle persone che agiscono per conto dello Stato, dalle quali è lecito pretendere e aspettarsi competenze specifiche per la loro funzione e il loro ambito di attività.

 

L'imputabilità, la responsabilità e l'obbligo di rispondere delle proprie azioni – come è ovvio nel diritto privato a livello orizzontale tra privati – devono valere senza restrizioni anche nel diritto pubblico a livello verticale. Solo così, attraverso la responsabilità di tutti gli attori coinvolti, è possibile creare un sistema di tutela completa dei diritti fondamentali basato sul diritto all'autodeterminazione dell'individuo.

 

Chi non può essere ritenuto responsabile non si sentirà responsabile. Chi invece ha riconosciuto il proprio diritto alla responsabilità, adempirà al proprio dovere di responsabilità.

 

Concludo ora con una richiesta, un diritto fondamentale che, secondo la mia concezione giuridica, dovrebbe essere scontato, ma che dovrebbe essere inserito nel catalogo dei diritti fondamentali. A tal fine, la politica e la giurisprudenza sono particolarmente chiamate in causa.

 

Presupposto del diritto: l'uomo non è fatto per il diritto, ma è il diritto che deve essere fatto per l'uomo. L'uomo non è servitore dello Stato. L'uomo è l'inventore dello Stato e lo Stato deve servire l'inventore e mai viceversa.

 

In conclusione, chiedo che venga riformulato un vecchio diritto fondamentale:
Le norme giuridiche che violano la dignità dell'uomo, i suoi diritti innati, i diritti fondamentali e le libertà non hanno validità normativa e sono assolutamente nulle. Nessuno è obbligato a rispettarle e nessuno ha il diritto di obbligare altri a farlo.

 

In questo modo impediremo per sempre un secondo Covid!
Grazie per la vostra attenzione.

 


[Ivo Sasek]
Fantastico! Dottor Brunner, la ringrazio a nome di tutta la popolazione mondiale. Ammiro il modo in cui riunisce gli avvocati. È la soluzione migliore che possiamo sperare. Il popolo è come dei bambini piccoli. Voi siete i nostri padri, voi conoscete il diritto. L'avete spiegata meravigliosamente, noi l'abbiamo capita.
Vi auguriamo buona lotta e un esercito di altri come voi.

 


[Dr. Brunner]
Il popolo non deve mai dimenticare che è sovrano. E il governo non è il mio superiore, ma il mio dipendente.

 


[Ivo Sasek]
Grazie, grazie, grazie!

 


Queste produzioni sono state realizzate in occasione di una conferenza della Coalizione Anti-Censura in Svizzera.
L'AZK non persegue alcun interesse finanziario. Né gli iniziatori, né i relatori, né Kla.TV hanno ricevuto alcun compenso per questa registrazione.
Desideriamo sottolineare espressamente che questo video può essere riprodotto e diffuso liberamente in forma inalterata.

 

L'AZK non è responsabile del contenuto dei contributi. L'AZK è politicamente e religiosamente neutrale e non esprime quindi alcun giudizio sui relatori. I contributi hanno solo scopo informativo e non riflettono l'opinione dell'AZK. L'AZK è un centro di informazione neutrale sotto ogni aspetto. Ogni relatore è responsabile solo del proprio contributo e non anche di altri contributi o dell'AZK, poiché non esistono legami tra loro. Avviso importante: le informazioni qui presentate sono state verificate al meglio secondo scienza e coscienza. Tuttavia, i relatori e i produttori non si assumono alcuna responsabilità per le conseguenze derivanti da azioni o omissioni relative al contenuto di questo video. Ognuno è l'unico responsabile di come utilizza ciò che ha ascoltato.

Categorie:
Canali:
Tag: